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Problemi di efficienza? C’è il target costing!

, di Marco Gatti

Immagine TCL’efficienza non basta. Sembra essere questo lo slogan di un periodo, quello attuale, in cui tagliare i costi non appare più sufficiente. Serve qualcosa in più. E’ necessario imparare a gestire i costi, capire che i costi non sono tutti uguali, comprendere che la riduzione dei costi non può andare mai a discapito della soddisfazione del cliente. E, allora, anche la strumentazione informativo-contabile del sistema di controllo va adeguata. Non basta monitorare i costi e conoscerne le cause. E’, invece, fondamentale capire se il sostenimento di certi costi consente di migliorare, o meno, l’offerta di valore al cliente e agire di conseguenza.

E’ in questa prospettiva che opera il target costing, strumento ideato nelle aziende giapponesi e sempre più frequentemente utilizzato dalle aziende occidentali. Attraverso il target costing, infatti, l’azienda definisce un costo di prodotto obiettivo assumendo come punto di riferimento un prezzo obiettivo fissato dal mercato. Si ribaltano, in sostanza, i tradizionali paradigmi che vedono nel costo il punto di partenza per la determinazione del prezzo di vendita. Il prezzo che il cliente sarà disposto a pagare per il prodotto diviene, invece, l’informazione prioritaria alla quale sottrarre il margine di profitto atteso per determinare il costo di produzione obiettivo. Da variabile dipendente, il prezzo diventa variabile indipendente. In altre parole, da variabili secondarie le attese del cliente e il prezzo che è disposto a pagare divengono variabili prioritarie.

Ma il target costing non è solo uno strumento di determinazione di un costo obiettivo, è molto di più. Il calcolo di un costo obiettivo che tenga in considerazione le attese del cliente e quelle, in termini di marginalità, dell’impresa è l’input da cui muovere per prendere decisioni che consentano all’organizzazione di operare coerentemente con l’obiettivo fissato. E si tratta di decisioni che investono l’organizzazione nel suo complesso: dai rapporti con i fornitori alla reingegnerizzazione dei processi aziendali e dei prodotti. Tutta l’organizzazione, infatti, è chiamata ad operare indirizzando i propri sforzi verso un obiettivo comune che è quello di realizzare il prodotto rispettando l’obiettivo di costo prefissato. Ciò implica la partecipazione attiva di tutte le aree aziendali che, già dalla fase di ingegnerizzazione, sono chiamate a dare il loro contributo per determinare un obiettivo di costo e le modalità con cui raggiungerlo, in modo da preservare congiuntamente gli interessi dei clienti e quelli dell’azienda.

Il target costing, infatti, associa ad una dimensione tecnica, quella relativa alla fissazione del costo obiettivo, una dimensione comportamentale. Quest’ultima si basa sul coinvolgimento di tutti i livelli organizzativi e sulla diffusione in azienda di una cultura volta al miglioramento continuo. Solo se tale dimensione comportamentale viene attivata, l’intera organizzazione opererà coerentemente al raggiungimento dell’obiettivo di costo cercando di superarlo attraverso un processo di recupero di efficienza costante e graduale.

Implementare il target costing richiede tempo e competenze specifiche. La fase di progettazione, che è stata solo accennata, si sviluppa attraverso una serie di attività predefinite e sequenziali. I benefici, però, sono notevoli. Ridurre i costi soddisfacendo il cliente è il risultato atteso, operazione non da poco conto in un momento come quello attuale.

 

E tu? Di quali strumenti ti servi per contenere e gestire i costi?

 

Photocredit: www.trend-online.com